"SULLE ORIGINI DELL'ARCHITETTURA PAULISTA.
Riflessioni sullo spazio collettivo a partire dalle scuole del Plano de Ação,1959-63"

Autore Valeria Lollobattista
Tipologia Tesi di Laurea
Tutor Prof. arch. V. Palmieri
         arch. M. Burrascano
Anno  2013

In soli tre anni, tra il 1959 e il 1963, in occasione delle ambiziose politiche promosse dal governatore Carvalho Pinto, nello Stato di San Paolo, in Brasile, si realizzano più di seicento nuovi edifici dedicati all’educazione primaria. Condizione insolita e inedita è il coinvolgimento degli studi privati di architettura, proprio nel particolare momento in cui si gettano le basi per una profonda riformulazione dei termini dell’architettura moderna in Brasile. Il programma di costruzioni scolastiche, affrontato collettivamente dai professionisti più attivi della città di San Paolo sotto la guida di Vilanova Artigas, si trasforma in una straordinaria opportunità di progresso per l’architettura moderna, che vale la pena indagare.
La vicenda corrisponde cronologicamente allo spostamento dell’asse dell’architettura nazionale tra Rio de Janeiro e San Paolo, agli inizi degli anni Sessanta: dalla sinuosità delle forme di Oscar Niemeyer e Affonso Eduardo Reidy alla semplicità formale e complessità spaziale della cosiddetta Scuola Paulista. Su questo sfondo, spicca il contributo offerto dall’esercizio sul tema della scuola – spazio pubblico, sociale e politico per eccellenza - alla definizione delle qualità spaziali dell’architettura paulista, della sua dimensione collettiva e della fede nel proprio potenziale sociale. La scuola è il tema che naturalmente esprime e veicola le istanze politiche che appartengono al pensiero di Artigas e dell’ambiente che lo circonda. È l’occasione ideale per dare forma ad una critica rivolta alla struttura stessa della società, che si vuole trasformare a partire dalla rivoluzione del concetto di luogo di formazione degli uomini e dello spazio architettonico che lo accoglie.
Per le quantità con le quali si confronta e l’approccio collettivo che lo contraddistingue, il lavoro sulle scuole all’inizio degli anni Sessanta è un laboratorio incredibilmente fecondo. Pur con tutta la sua parzialità, esso si inserisce in maniera originalissima nell’ampio dibattito intorno al tema dell’architettura scolastica che coinvolge il panorama architettonico internazionale tra gli anni Cinquanta e Sessanta, dando vita ad uno strutturato progetto pedagogico di origine politica, interamente espresso nell’architettura e nella sua concezione spaziale.
Sarà questo progetto che contaminerà tutti i livelli dell’architettura paulista, come dimostra precisamente la parabola dell’opera di Paulo Mendes da Rocha, e particolarmente il progetto sociale che sottende gli ampi spazi collettivi delle sue celebri residenze. Gli inizi della carriera di Mendes da Rocha nascondono infatti una produzione di edifici per l’educazione tanto significativa quanto ignorata, la cui riscoperta, alla luce delle particolari circostanze che l’hanno generata, offre nuovi elementi per la comprensione degli esiti spaziali che caratterizzano l’opera dell’architetto e l’architettura paulista in generale.